sabato 17 dicembre 2011

Mappa della coscienza

Archetipo: dal mazzo di tarocchi
"Degli dei e degli eroi dell'Antica Grecia"
La nostra vita cosciente è solo la punta di un iceberg, Jung parla di un'isola nell'oceano dove l'isola rappresenta l'Io cosciente o meglio il conscio e l'oceano l'inconscio. I romantici tedeschi, di  una parte della cultura dell'ottocento,  avevano già intuito che il sogno si poteva considerare un luogo in cui si manifestavano verità diverse da quelle della vita reale, verità incontrollabili e inconoscibili.
Freud, nel famoso libro "L'Interpretazione dei sogni", apparso nel 1900, afferma invece che L'inconscio ha un suo preciso linguaggio: complesso, analogico, simbolico e, in questa grande opera insegna a decifrarlo. L'inconscio, egli dice,  è composto da tutti i contenuti rimossi dalla coscienza, tenuti sotto controllo da una censura che impedisce loro di emergere e che riappaiono quando la censura si indebolisce, quindi preferibilmente nel sogno. L'energia vitale, la "libido", non può trovare realizzazione in maniera totale perché provocherebbe una continua autoaffermazione impedendo la vita sociale. Il "principio del piacere" deve gradualmente sottomettersi al  "principio di realtà" ed ognuno deve controllare il soddisfacimento dei propri bisogni in funzione degli altri.
Wilhelm Reich, allievo di Freud, osservando che un suo paziente inibiva la respirazione mentre riferiva situazioni di cui si vergognava,  si rende conto che la libido è una energia biologica capace di bloccare il diaframma. Capisce che il corpo è una dimensione dell'inconscio dove si manifestano i problemi e curando i blocchi fisici si può curare la psiche. 
Sarà lui inoltre a fare la scoperta più sensazionale del novecento osservando che l'energia psichica non solo scorre in noi ma anche emana da noi. Essa esiste in due forme: all'interno come libido e all'esterno come orgone.  L'energia orgonica è un'energia reale fisica che emana sia dagli esseri viventi che dalla materia inorganica, si trova nell'atmosfera in forma libera e permea ogni tipo di materia con velocità diversa. Esiste quindi un'interfaccia esterna come dimensione della coscienza: questa parte, anch'essa in movimento, è il campo elettromagnetico del corpo, è  l'aura, quella che gli antichi chiamavano anima.
 Anche secondo Jung la coscienza non è relegata al cervello, contrariamente alla posizione di Freud.  Esiste sì un inconscio individuale, frutto di rimozione, che egli visualizza come una radice che affonda profondamente  nella persona, ma esiste anche un "inconscio collettivo" come un  insieme di rami e foglie che si intrecciano ad altri rami e foglie a formare una foresta. 
L'inconscio collettivo avvolge l'individuo oltrepassando il personale, è ciò che sostiene i comportamenti e il sentire dell'essere umano come razza, è ciò che appartiene a tutti, si collega a tutti e riunisce ogni livello di esperienza. L'inconscio collettivo non solo deriva dall'ereditarietà di tutta l'umana specie e raccoglie le esperienze che accomunano le varie culture in ogni area geografica, ma contiene anche gli "archetipi", cioè le idee e i modelli del comportamento umano che guidano le coscienze. 
Noi quindi,  attraverso la nostra aura, l'inconscio collettivo, siamo collegati in rete e, al di là del tempo e dello spazio,  possiamo trasmettere e ricevere informazioni. Questa facoltà si apre a noi quando si inizia un "percorso di individuazione" e si comincia  a vivere la vita come un'opera d'arte,  realizzando  mano a mano il proprio progetto esistenziale. Possiamo riconoscere di essere in rete quando avvengono degli eventi sincronici cioè quando attorno a noi si forma un insieme di coincidenze significative. Possiamo avere delle intuizioni fulminee ed inspiegabili  o anche delle premonizioni. L'energia vibra a  una frequenza più alta e  nei nostri sogni appaiono figure luminose o anche dei mandala.